
Recensione: Korg microKORG 2 — evoluzione di un classico
Analisi del microKORG 2: evoluzione rispetto al modello originale, funzioni, curiosità e FAQ.
Introduzione
Il microKORG 2 rappresenta una nuova incarnazione del celebre synth/vocoder compatto di Korg. In questa recensione valutiamo le modifiche rispetto al modello originale, i miglioramenti e i compromessi da considerare. Puoi esplorare altri synth compatti qui: synth compatti.
Tipologie / Modelli
Il microKORG 2 appartiene alla categoria dei synth virtual‑analog compatti a 37 tasti. Altri modelli concorrenti includono synth desktop + controller, modelli modulabili semi‑modulari, e versioni aggiornate del microKORG (microKORG S, etc.).
Discografia
- Daft Punk – “Technologic” (sintesi elettronica)
- Röyksopp – “Eple” (suoni sintetici brillanti)
- M83 – “Midnight City” (paesaggi elettronici)
- Tame Impala – “Let It Happen” (layer di synth)
- Goldfrapp – “Ooh La La” (sound design elettro‑pop)
Video
Curiosità
- Il microKORG 2 introduce 8 voci di polifonia, contro le 4 del modello originale.
- Dispone di filtro multimodale morfabile + motore PCM espanso.
- Mantiene il design compatto (37 tasti mini) e funzioni vocoder.
- Nonostante i miglioramenti, l’editorizzazione dei patch può risultare “navigazione a menu” datata.
- Il motore sonoro del microKORG originale si basa sulla modellazione virtual‑analog condivisa con il Korg MS2000.
Domande e risposte
D: Vale la pena passare dal microKORG originale? R: Se cerchi più voci, filtri avanzati e miglioramenti funzionali, sì — ma conserva i limiti strutturali del formato compatto.
D: È adatto all’uso live? R: Sì, grazie al robusto chassis e alla compatibilità MIDI/USB, ma uno schermo più grande ne avrebbe giovato.
D: Quali limiti principali presenta? R: Navigazione patch non intuitiva, polifonia ancora modesta per layer complessi e assenza di tastiera full size.
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