Storia dei sintetizzatori: dalle origini ai synth moderni
Dalle origini analogiche a DX7 e plugin: una guida sintetica all’evoluzione dei sintetizzatori, con modelli chiave, video e FAQ.
Introduzione
I sintetizzatori hanno cambiato per sempre la musica. Dalle prime macchine analogiche degli anni ’50 ai moderni plugin software, l’evoluzione dei synth è passata attraverso tappe chiave: moduli voltage-controlled, polifonia, memorie patch, digitalizzazione e nuove forme di sintesi (FM, wavetable, granulare). In questa guida ripercorriamo le origini e i modelli simbolo, con esempi pratici, video e curiosità.
Nel percorso useremo naturalmente termini e modelli molto noti ai musicisti: Moog, Minimoog, Yamaha DX7, Roland Jupiter, Korg MS-20 ed il mondo Eurorack. Se stai cercando una panoramica per scegliere il tuo primo strumento o per capire differenze analogico vs digitale, qui trovi una storia sintetica con riferimenti utili.
Elenco tipologie di strumenti usati / modelli
- Modulari analogici ed Eurorack
- Sintesi sottrattiva (es. Minimoog, MS-20)
- Sintesi FM/digitale (es. DX7)
- Wavetable, granulare e ibridi
- Workstation / groovebox e plugin
Discografia
- Switched-On Bach — Wendy Carlos (1968), ampio uso di Moog.
- Kraftwerk — Autobahn, Trans-Europe Express: elettronica pionieristica basata su synth.
- Pink Floyd — A Momentary Lapse of Reason: blend tra analogico e digitale.
- Pop anni ’80: largo impiego di DX7 in molte hit.
- Elettronica contemporanea / synthwave: revival di suoni vintage con tecniche moderne.
Video
- https://www.youtube.com/watch?v=5sjreF6H_rY
- https://www.youtube.com/watch?v=UhjqP5yaRHg
- https://www.youtube.com/watch?v=R3Y9wG9g1hA
- https://www.youtube.com/watch?v=9gA4m8fNwMg
- https://www.youtube.com/watch?v=6JQm5aSjX6g
Curiosità
- Il termine "synthesizer" entra nell’uso comune tra anni ’50 e ’60 per indicare strumenti elettronici capaci di generare suono.
- Il Minimoog ha reso portatile il suono modulare, dal laboratorio al palco.
- Il DX7 (1983) ha portato la sintesi FM al grande pubblico, definendo molta estetica pop degli anni ’80.
- L’Eurorack ha rilanciato i modulari con form factor compatto e una scena di micro-produttori.
- Oggi i plugin emulano circuiti classici con modelli matematici (modeling) e spingono su nuove sintesi.
Domande e risposte
D: Qual è stato il primo sintetizzatore? R: I primi sistemi degli anni ’50 erano macchine a controllo elettromeccanico/nastro; la famiglia Moog ha poi definito lo standard musicale negli anni ’60.
D: Che cos’è la sintesi sottrattiva? R: Si parte da onde ricche di armoniche (es. dente di sega) e si scolpisce il timbro "sottraendo" frequenze coi filtri.
D: Perché il DX7 è considerato storico? R: Ha reso la FM diffusa e accessibile, con timbriche iconiche in innumerevoli produzioni.
D: Meglio analogico o digitale? R: Dipende da workflow e timbro cercato: l’analogico offre risposta "fisica" e saturazione naturale; il digitale è preciso, polifonico e versatile.
D: Come scegliere un sintetizzatore (long-tail)? R: Definisci budget, genere, interfaccia (tasti/manopole), necessità di memorie, integrazione con DAW e se preferisci hardware o plugin.
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