Banjo

Banjo, mandolino & co.: strumenti “strani” per dare carattere alla tua band

In tante band il setup è sempre lo stesso: **voce, chitarra elettrica, basso, batteria, tastiere**. Funziona, ma a volte hai la sensazione che manchi qualcosa:...

In tante band il setup è sempre lo stesso: voce, chitarra elettrica, basso, batteria, tastiere. Funziona, ma a volte hai la sensazione che manchi qualcosa: un colore, un timbro riconoscibile, quel dettaglio che fa dire a chi ascolta “ah, loro sono quelli con quel suono lì”.

È qui che entrano in gioco banjo, mandolino, ukulele & co.: strumenti che sembrano "strani" in un contesto rock/pop, ma che possono dare identità a un brano più di mille plugin.

In questa guida vediamo:

  • perché questi strumenti funzionano nelle band moderne;
  • come usare banjo, mandolino e ukulele senza trasformare tutto in folk revival;
  • qualche idea su altri strumenti alternativi (resofonica, bouzouki, lap steel…);
  • consigli pratici su arrangiamento, amplificazione e budget.

Se vuoi guardare cosa c’è in giro, su Muviber puoi esplorare:


1. Perché gli strumenti "strani" funzionano nelle band moderne

1.1 Timbri diversi, stessa canzone

Inserire un banjo o un mandolino non significa cambiare genere. Vuol dire semplicemente:

  • spostare alcune parti su uno strumento con timbro diverso;
  • liberare spazio alla chitarra elettrica;
  • creare hook melodici che rimangono subito in testa.

Un arpeggio di mandolino su un ritornello rock, o un pattern di banjo su un groove pop, possono diventare il marchio di fabbrica del pezzo.

1.2 Frequenze e mix: riempire i "buchi"

Questi strumenti lavorano molto nelle medio‑alte:

  • il mandolino si appoggia sopra la chitarra e sotto le parti più acute della voce;
  • il banjo taglia bene nel mix senza avere bisogno di volumi esagerati;
  • l’ukulele occupa una zona morbida che può sostituire o affiancare chitarra acustica e piano.

Risultato: puoi riempire il mix senza fare casino sulle stesse frequenze.


2. Banjo: dal bluegrass al rock alternativo

2.1 Che ruolo può avere in una band

Il banjo a 5 corde è l’icona del bluegrass, ma in una band rock/pop può diventare:

  • strumento per arpeggi veloci che danno movimento al brano;
  • elemento ritmico, quasi come un hi‑hat armonico;
  • colore per intro, bridge e outro.

Funziona benissimo su tempi medio‑veloci, groove dritti o shuffle, e in generale su tutto ciò che ha energia, anche se non è "country".

2.2 Cosa valutare se arrivi dalla chitarra

Se sei chitarrista, le prime cose da considerare:

  • tipo di banjo: 5 corde (il più diffuso), 4 corde (tenor) o 6 corde "chitarra‑banjo" accordato come una chitarra;
  • open‑back vs resonator: gli open‑back sono un po’ più morbidi, i resonator più "sparati" e presenti;
  • versioni elettroacustiche o con pickup già installato, più comode dal vivo.

All’inizio puoi anche usare pattern semplici: non serve diventare subito virtuoso bluegrass.


3. Mandolino: brillantezza nelle medio‑alte

3.1 Un violino a pizzico nella tua band

Il mandolino è accordato a quinte come il violino (G‑D‑A‑E). In contesto band puoi usarlo per:

  • arpeggi a due corde sui ritornelli;
  • controcanti melodici rispetto alla voce principale;
  • ritmiche "a chop" sui backbeat, come farebbe una chitarra funky ma più brillante.

Perfetto per dare atmosfera folk/indie senza appesantire l’arrangiamento.

3.2 Amplificazione e praticità live

Per suonare con batteria e ampli:

  • un mandolino elettroacustico con piezo semplifica molto la vita;
  • una DI box dedicata e un po’ di equalizzazione aiutano a domare le frequenze troppo pungenti;
  • un filo di riverbero o delay corto lo integra meglio nel mix rock/pop.

4. Ukulele & co.: semplicità, hook e "vibe"

L’ukulele è spesso visto come strumento da spiaggia, ma in una band può essere:

  • il suono di intro che ti fa riconoscere il brano al primo secondo;
  • uno strumento per strofe più intime o versioni acustiche;
  • una texture ritmica leggera sopra batteria e basso.

Per chi arriva dalla chitarra è anche facile da imparare: pochi accordi, posizioni semplici, tanta resa.

Puoi pensarlo come una via di mezzo tra chitarra acustica, percussione e pad armonico.


5. Altri strumenti "co." da considerare

Se vuoi spingerti oltre, ci sono altri strumenti che possono dare carattere senza stravolgere il tuo repertorio:

  • chitarra resofonica (dobro): perfetta per slide e atmosfere roots/blues;
  • bouzouki irlandese: accordatura in quinte, ottimo per pattern ritmici aperti in chiave folk/rock;
  • lap steel / pedal steel: canta sopra il mix con linee lunghe e melodiche (più impegnativa ma super riconoscibile).

Non serve comprarli tutti: scegline uno che risuona con la tua musica e costruisci attorno un paio di brani forti.


6. Come inserirli negli arrangiamenti senza fare caos

6.1 Less is more

Il rischio con gli strumenti "strani" è usarli ovunque. Meglio:

  • scegliere 2–3 brani del set dove hanno un ruolo chiaro;
  • usarli per sezioni specifiche (intro, bridge, special);
  • costruire parti pensate per essere ricordate, non per riempire.

6.2 Lasciare spazio alle altre parti

Quando entra banjo/mandolino/ukulele:

  • la chitarra elettrica può semplificare, suonare più largo o più dritta;
  • le tastiere possono passare a pad più sottili o sparire per una parte;
  • il basso può lavorare con groove più stabili per tenere tutto insieme.

L’idea è che il nuovo strumento non combatta con il resto, ma prenda un ruolo preciso nel puzzle.


7. Live e studio: amplificazione, effetti e suono finale

Quasi tutti questi strumenti nascono acustici.

Per usarli con batteria e ampli:

  • privilegia versioni elettroacustiche o con pickup installato;
  • passa sempre in una DI box decente prima di entrare nel mixer;
  • usa EQ per togliere un po’ di basse inutili e domare eventuali frequenze "strillone";
  • un po’ di riverbero e/o delay corto aiuta a fonderli con il resto del mix.

In studio puoi anche microfonarli con un condensatore e usarli a volumi più bassi, in modo molto più naturale.


FAQ – Banjo, mandolino & co. in una band

Ha senso prendere un banjo o un mandolino se nella band c’è già una chitarra acustica?

Sì, perché lavorano in zone di frequenza e con attacchi diversi. Una parte di mandolino o banjo può sostituire o dialogare con la chitarra acustica, creando contrasti interessanti senza sovrapporsi troppo.


Che strumento ha senso prendere per primo se arrivo dalla chitarra?

Di solito l’ukulele è il più immediato. Subito dopo, un banjo a 6 corde accordato come una chitarra può essere un buon ponte. Se vuoi un suono più caratteristico e sei disposto a studiare un po’ di più, mandolino e banjo a 5 corde ripagano con tanta personalità.


Servono strumenti costosi per avere un buon risultato dal vivo?

No. Per cominciare basta un modello onesto ma affidabile, con buona intonazione e pickup decente. Molto del risultato sta in come lo accordi, lo suoni e lo equalizzi nel mix. Se poi lo strumento entra davvero nel tuo suono, potrai fare un upgrade.


Come gestisco i cambi strumenti in scaletta senza rallentare il live?

Organizza la scaletta in blocchi: metti vicini i brani dove usi banjo/mandolino, prepara accordatore dedicato sul pedale o sulla DI, tieni lo strumento già collegato con volume chiuso. Così il cambio richiede pochi secondi e non spezza il concerto.


Questi strumenti funzionano anche in versioni unplugged o acustiche?

Assolutamente sì. In set acustici o semi‑acustici banjo, mandolino e ukulele diventano protagonisti: puoi usarli per reinterpretare brani elettrici in chiave più leggera e intima, mantenendo comunque un forte carattere.


Articoli Correlati

Utilizziamo i cookie

I cookie ci aiutano a offrire la migliore esperienza sul nostro sito. Utilizzando il nostro sito, accetti l'uso dei cookie. Scopri come utilizziamo i cookie.